L’Italia siamo noi
Là fuori le cose sono sempre più veloci, sia le opportunità sia le minacce.
Là fuori le cose sono sempre più veloci, sia le opportunità sia le minacce.
Basti pensare che oggi anche i conflitti e le tensioni globali riguardano da vicino le aziende.
Intesa San Paolo, per esempio, si è trovata al centro di un vero e proprio attacco tra nazioni ed è diventata bersaglio di un'operazione organizzata da un gruppo hacker.
Sto parlando degli attacchi del gruppo Noname057, continuati per molti giorni dopo un discorso di Mattarella critico verso la Russia.
Questo è un problema che va oltre gli interessi della singola azienda ed è per questo che l'Unione Europea ha iniziato un iter legislativo con le direttive DORA e NIS2.
Direttive sulla cybersecurity che mirano a rafforzare la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in tutta l'Unione Europea.
Purtroppo in Italia rimaniamo indietro: l'Italia subisce il 10,1% degli attacchi informatici mondiali, nonostante il nostro PIL copra poco più dell'1% di quello globale.
Abbiamo un mix di fattori perfetti per fare di noi un bersaglio.
Siamo una nazione in vista: terza economia dell'UE, membro del G7, quinto paese al mondo per turismo, ma siamo fragili su tutti gli indicatori di maturità digitale e la sicurezza non fa eccezione.
Questi dati, in Italia, li commentiamo sempre come se le responsabilità, così come le conseguenze, fossero problemi di qualcun altro.
"Eh ma gli imprenditori, lo Stato, il sistema, gli investimenti troppo bassi…"
Come se bastasse investire più soldi per risolvere tutto.
Sia chiaro, gli investimenti sono imprescindibili.
Però non basta allocare fondi per acquistare un tanto al chilo. Ci vuole strategia, ci vuole competenza, ci vuole, soprattutto, un sincero senso di responsabilità.
Nel nostro lavoro quotidiano in Ipway siamo motivati da questo concetto di responsabilità su cui ci siamo confrontati spesso.
Certo, le aziende devono essere pronte a investire, ma noi operatori ci siamo chiesti se abbiamo costruito un clima di fiducia, se abbiamo alzato l'asticella delle competenze, se abbiamo dimostrato affidabilità e lungimiranza?
Oppure vogliamo solo spartirci i margini di una corsa agli investimenti?
Se è così saremo sempre punto e a capo, solo con le aziende che spendono di più e sprecano fondi.
Noi ci siamo dati una risposta: quando si parla di nazione, di società, di classifiche teniamo sempre a mente che in questo sistema non siamo osservatori, ma siamo gli attori protagonisti.
Ale
P.S. Sto cercando di costruire un dialogo tra pari, non una newsletter broadcast autoreferenziale. Ti trovi? Non ti trovi? Rispondi a questa email che sono davvero interessato alla tua opinione ;)
Alcune cose che, se ti va, possiamo fare insieme:
Condividiamo — se hai un progetto che vuoi condividere con me o cerchi confronto su un argomento specifico.
Restiamo in contatto — ogni settimana condivido sul mio profilo LinkedIn insight legati alla tecnologia e soprattutto al suo impatto sul business.

