Il primo anno di Payload
Numeri, riflessioni, ringraziamenti
Ciao, sono Ale.
Siamo alla fine dell’anno e mi sembra una buona occasione per una riflessione sul 2025 di Payload: tendiamo sempre a sottostimare le nostre audience online, perché abbiamo in mente i numeri dei grandi influencer.
A confronto, le 267 aperture dell’ultimo numero di Payload sembrano niente.
Ma proviamo a cambiare la contestualizzazione di questo dato: radunare 267 persone a un evento offline di cybersecurity non può essere etichettato come un insuccesso. Ancora meno se tra queste 10 si prendono il tempo di farti sapere che hanno apprezzato (come i 10 like dell’ultimo numero su Substack).
Payload ha chiuso il suo primo anno con 833 iscritti e 14 newsletter inviate.
Potevano essere di più? Certo. Alcuni numeri potevano essere migliori? Probabile. (anche se rileggendone alcuni mi sono stupito anch’io della loro sostanza 😄)
Ma il tasso di apertura medio del 15% e l’engagement costante dimostrano una cosa: chi legge, legge per davvero.
Cosa abbiamo fatto nel 2025
Nel primo anno ho scelto di portare voci che contano.
Stefano Quintarelli, pioniere dell'infrastruttura digitale italiana, per parlare dello stato reale della digitalizzazione del paese. Non la narrazione ufficiale, ma la realtà vista da chi ha costruito Internet in Italia e poi è entrato in Parlamento per provare a cambiare le cose.
Giulia Pastorella, per analizzare lo stato del digitale in Parlamento dall’interno. Come funzionano davvero le cose quando devi legiferare su tecnologie che il 90% dei parlamentari non capisce davvero.
Ho analizzato il mercato ICT italiano con i dati Context, mostrando come la crescita non sia trainata dal volume (che crolla) ma dal valore strategico. E come questo cambi completamente le priorità di budget per il 2026.
Ho parlato del mondo OT, dove la security degli impianti industriali è ancora un far west e i vendor vendono complessità invece di risolvere problemi architetturali di base.
Ho mappato lo stato del mercato del lavoro IT e cybersecurity, con i dati WeHunt sul Triveneto: 4,8 milioni di professionisti cyber mancanti globalmente, 100K in Italia. Non è un problema temporaneo. È il nostro terreno di gioco.
Cosa ho imparato
Era il primo anno di questo progetto e non avevo aspettative sulle possibilità di successo.
Trovare spunti davvero rilevanti per CIO, CISO e IT manager di medio-grandi imprese richiede impegno. Questi professionisti non hanno tempo per bollettini di minacce, CVE del giorno, o pitch mascherati da contenuto educativo.
Ho scelto di scrivere solo quando avevo qualcosa da dire e ho preferito mancare una scadenza che sprecare il tempo di chi legge.
Ho capito che l’engagement conta più dei numeri assoluti. 833 iscritti non sono tanti in assoluto. Ma se il 15% apre ogni volta e il 5,5% interagisce, significa che sto scrivendo per le persone giuste.
Ho imparato che le interviste danno spessore. Portare Quintarelli o Pastorella non è solo “contenuto di valore”. È dare voce a chi ha davvero costruito o vissuto dentro i sistemi di cui parliamo.
Cosa non cambierà nel 2026
Payload rimarrà una newsletter che arriva ogni due settimane circa per condividere spunti e riflessioni sugli impatti della cybersecurity nel mondo reale.
Niente CVE. Niente bollettini. Niente vendor pitch. Niente hype sull’ultima tecnologia che “cambierà tutto”.
Solo analisi su come la tecnologia impatta davvero il business. Su come i CIO devono riallocare budget. Su perché il rate of innovation è un problema strutturale. Su come la carenza di talenti cambia il modello operativo.
E continuerò a portare voci che contano, persone che hanno costruito o stanno costruendo pezzi dell’infrastruttura digitale che usiamo tutti.
Un ringraziamento
Negli incontri di persona avuti in questi giorni ho ricevuto feedback che mi hanno sorpreso. Persone che, anche se non appaiono nei like o nei commenti, mi dicono che leggono e tengono d’occhio cosa scrivo.
Questo per me vale più di qualsiasi metrica.
Grazie a chi legge, a chi risponde, a chi condivide. E grazie a chi ha accettato di essere intervistato, portando competenza ed esperienza diretta.
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Ci vediamo nel 2026.
Ale
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